Ubbidì Rosa al subito comando.
Sotto il paiolo aggiunse legna, il sale gettò nell’acqua che fremé ronzando.
Stacciò: lo staccio, come avesse l’ale, frullò tra le sue mani, e la farina gialla com’oro nevicava uguale.
Ne sparse un po’ nell’acqua, ove una fina tela si stese. Il bollor ruppe fioco.
Ella ne sparse un’altra brancatina.
E poi spentala tutta a poco a poco, mestò. Senza bisogno di garzone,
inginocchiata nel chiaror del fuoco, mestò, rumò, poi schiaffeggiò il pastone, fin che fu cotto e lo staccò bel bello, l’ammucchiò nel paiolo, col cannone di pioppo e lo sbacchiò sopra il tarvello.